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Casi clinici - Ipnosi e terza età
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Indice degli argomenti:
Ipnosi e terza età

Pubblicazioni e convegni:
Pubblicazione sui Vertici
Pubblicazione cartacea
Convegno: dall'ipnosi all'autoipnosi, come liberarsi dalle scorie della vita

Rassegna stampa:
Ipnosi e terza età


Ipnosi e terza età
Vorrei cominciare con una sorta di provocazione. E' più facile ai nostri giorni che si aiuti gli anziani a morire piuttosto che a vivere. A morire in una maniera giusta, umana e indolore piuttosto che vivere giorni ancora sereni, remuneranti, vitali. Certo, non è la regola ma una simile "cultura" è più diffusa di quanto non si pensi. Ebbene, io ho cercato di andare contro corrente. Come sicuramente hanno fatto, fanno e faranno tantissimi di voi, medici o psicoterapeuti.

Obbedisce a quest'impulso questo lavoro che vi presento, che ho fatto, intenso, appassionante e soprattutto illuminante, con un gruppo nutrito di anziani. L'intento era ed è di dimostrare che, pur senza grande onere economico, che pur senza una strumentazione sofisticata, ma solo ricorrendo all'armamentario più classico dello psicoterapeuta, e in particolare dell'ipnositerapia, è possibile intervenire sulla condizione generale e individuale degli anziani con risultati di sicuro valore quando non addirittura esaltanti.

Ecco perché vi presento questa mia esperienza e le diverse ricerche che l'hanno accompagnata con una punta di orgoglio e nella speranza di dare un pur modesto contributo al miglioramento della condizione umana in terza età.

L'uso dell'ipnosi come strumento terapeutico si è andato sempre più affermando sulla scia di risultati impensabili con mezzi alternativi. In una parola, se l'ipnosi ha dei limiti, questi sono ancora tutti da trovare, da determinare, mentre si moltiplicano, al contrario, i campi di applicazione e di incidenza tanto da far pensare a una possibilità d'uso generalizzato e comunque coadiuvante rispetto ad altre tecniche. Una verifica in tal senso, dei campi di applicazione dell'ipnositerapia e soprattutto della sua efficacia è costituito dall'esperienza che ho condotto con un sostanzioso campione di anziani, precisando subito che proprio l'ipnositerapia non figurava ufficialmente fra gli strumenti da usare ma che, in buona sostanza, è stata il pernio principale di questa iniziativa per il semplice motivo che, a mio giudizio, in quel momento, in quella situazione, con quei pazienti, rappresentava la "medicina" per eccellenza.

L'intento era da un lato di portare giovamento, generale o specifico a questa "classe" di umanità dove, per i più svariati motivi, si concentrano le radici del "mal di vivere", e dall'altro di tracciare correttamente confini all'uso e all'efficacia dell'ipnositerapia, in unione ad altri strumenti classici dell'armamentario psicoterapeutico.

Ognuno di noi ben sa quanto sia arduo e difficile affrontare l'ultima tappa del percorso della vita, la terza o come si tende a dire oggi ,a quarta età, data la maggiore vulnerabilità psicologica e fisica di tale categoria umana. Una tappa che tutti si augurano di percorrere fino in fondo, ma non in un modo qualsiasi bensì nel migliore dei modi per risparmiarsi inutili sofferenze e frustrazioni, godere anzi di quelle soddisfazioni per cui può anche essere generosa anche questa stagione.

Cominciamo dal campione scelto e trattato. Grazie alla collaborazione del Comune di Scandicci (Firenze), Assessorato allo Sport e alla Sicurezza Sociale), della Pubblica Assistenza Humanitas e del C.I. R.C.A. (Centro Iniziative Ricreativi Culturali Anziani), la segreteria dell'amministrazione comunale ha mobilitato risorse e strutture; basti pensare che ha inviato oltre 4000 lettere mirate a quella parte dei 12.000 anziani residenti che rispondevano a predeterminate condizioni, come un'età fra i 65 e i 75 anni, per invitarli a partecipare ad una conferenza illustrativa propedeutica, presieduta dal Professor Pier Luigi Cabras, docente di Psichiatria presso la Facoltà di Medicina dell'Università di Firenze, e da me medesima, poi ha messo a disposizione una palestra e materiale vario (materassini di gomma, stereo con microfono, ecc.) per rendere possibile lo svolgimento di quello che è stato intitolato il "Corso della salute".

Così sono state selezionate92 persone da "trattare". Tutte in una situazione abbastanza omogenea per età, condizione sociale, consumo esasperato di farmaci come ansiolitici, antidepressivi, sonniferi, visione negativa del mondo e aspettative conseguenti, inibizione della sessualità e della progettualità, disturbi psicosomatici in genere. Il tutto naturalmente associato a malattie e malanni connaturati alla "stagione" di vita.

Queste caratteristiche, ciascuna da sola, ma ancor più associate, determinavano nella sostanza una condizione psicologica e umana che non è azzardato definire "da ribaltare" completamente: un'opera faticosa, sicuramente difficile e, dai risultati del tutto incerti.

Così dopo una visita medica generale, da me pretesa con rilascio di apposito certificato da parte del medico personale del soggetto attestante l'idoneità a frequentare il "Corso della salute", ho dato vita a colloqui individuali preliminari funzionali a determinare le condizioni psicofisiche generali e l'elaborazione del C.B.A. (Congnitive Behauvioural Assessment, batteria C.B.A. 2.0, Scale Primarie) redatto da ciascun soggetto, dopodiché sono stati formati 6 gruppi il più possibile omogenei di 15 unità ciascuno.

A questo punto è cominciato il lavoro, sulla base di 10 incontri complessivi di oltre due ore l'uno con ciascun gruppo usando più strumenti psicoterapeutici: Ipnositerapia, Training Autogeno, Logoterapia, Psicodinamica, Educazione alla sessualità.

Tutte le tecniche hanno sicuramente contribuito a "risollevare" spirito e corpo dei vari gruppi, ma è stato essenzialmente l'uso dell'ipnosi che ha conseguito i risultati più evidenti e duraturi, in termini soprattutto di recupero della vita e della voglia di vivere. Così tutti, eccetto uno, hanno abbandonato l'uso e l'abuso degli psicofarmaci, tantissimi hanno "riscoperto" l'attività sessuale e comunque hanno ritrovato e rilanciato il loro rapporto con il partner e con la famiglia, ma soprattutto hanno, tutti, veramente tutti, ribaltato la loro visione del mondo e la loro posizione rispetto a questo mondo privilegiando il "mezzo pieno" rispetto alla consuetudine precedente del "mezzo vuoto".

Risultati esaltanti e quasi da non credere se non fossero stati sperimentati tanto direttamente e di persona. Risultati che varrebbe la pena di confrontare con precedenti o con sperimentazioni successive. Tuttavia in letteratura non ho trovato ancora niente che possa essere assimilato a questo lavoro, né sono al corrente di esperienze similari concluse o "in itinere".

Una lacuna da colmare, una lacuna che probabilmente affonda le radici della propria esistenza nella cultura tuttora imperante ma fortunatamente in regresso, che non valga la pena incidere sulle condizioni del tutto stratificate e cristallizzate (così si crede erroneamente) della condizione dell'anziano. Soprattutto psicologica.

Due parole per delineare meglio la portata e l'entità dell'intervento ipnoterapeutico messo in atto nei confronti di questi anziani, e ripeto, messo in atto praticamente di soppiatto per non creare allarmi, diffidenze e preoccupazioni.

La "cura" ipnotica si è basata su un numero relativo di storie, tutte con radici nelle quali ciascuno dei novanta soggetti in trattamento potesse riconoscersi o riconoscere episodi e tappe della propria esistenza. Vere e proprie induzioni, precedute da un esercizio di training autogeno e coadiuvate da un audiocassetta registrata da me e consegnata a ciascun anziano perché la ascoltasse a casa propria. Tale audiocassetta, con dentro registrato un rilassamento e un "ideale dell'io" si è rivelata un potente alleato nel trattamento, dispiegando i suoi "magici" effetti lenitivi e rassicuranti nel tempo e nello spazio.

La riprova dei giovamenti psicofisici conseguiti da questo gruppo di anziani trattati nel "Corso della salute" di Scandicci si trova nero su bianco nei contenuti dei diari che ciascuno di loro era tenuto obbligatoriamente a compilare ogni giorno. Da questo materiale -che è ancora a mia disposizione- si evincono i giornalieri progressi che ciascun soggetto è riuscito a "guadagnare". Nei fatti si nota una liberazione graduale ma continua dall'uso e dall'abuso dei più diversi tipi di farmaco e la conquista di una condizione psichica più che accettabile. Spariscono gradatamente fenomeni generalizzati come l'insonnia, l'ansia, l'agitazione, in taluni casi la disperazione figlia di depressioni cristallizzate nel tempo, per dare spazio al sorriso, a una nuova progettualità, alla voglia di vivere e di fare nuove esperienze. Non sono addirittura pochi i casi in cui uomini e donne si riaccostano alla sessualità, scoprendo di avere ancora un presente e un futuro da spendere in questo campo, di poter attingere interiormente ad una capacità di dare e di avere.
Le testimonianze sono innumerevoli. E diventano quasi monotone - salvo eccezionali e momentanee ricadute - le affermazioni di ritrovato e rinnovato benessere mentale e fisico di questi anziani nei loro diari. D'altronde anche la partecipazione, piena, convinta, per ogni giorno e per tutta la durata del corso costituisce a sua volta una prova "probante" dell'interesse suscitato e dei risultati tangibili quotidiani.

Per una ulteriore verifica e spinta dalla necessità di conoscere - sia pure per grandissime linee - la proiezione benefica nel tempo degli effetti del corso della salute, ho effettuato personalmente, a distanza di tre anni, una serie di telefonate ad una parte dei "miei" anziani con esiti direi stupefacenti.

Ebbene, a distanza come dicevo di tre anni, tutti mi hanno riconosciuto e mi hanno affettuosamente e calorosamente salutata, ma soprattutto quasi tutti hanno riferito - e non credo per piaggeria o complimento - di ricorrere ancora agli strumenti e agli insegnamenti che avevo loro impartito per aiutarsi a vivere meglio.

Un traguardo questo - ed è la lezione più importante di questa esperienza - divenuto ormai permanente.

Il cambiamento e il progresso si hanno quando una persona ha rischiato se stessa e ha osato fare esperimenti sulla propria vita.
( Herbert Otto )


Il presente articolo è stato pubblicato su Rivista Italiana di Ipnosi e Psicoterapia Ipnotica, anno 15, n° 4, dicembre 1995. (ndr)





Dott.sa Francesca Ceccherini